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AVELLINO-ROCCHETTA​

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Tredici dicembre 2010: dalla stazione di Avellino non è partito alcun treno per Rocchetta Sant’Antonio. Gli studenti che da Montemarano, Cassano Irpino e Nusco salivano su quel treno per raggiungere ognuno la propria classe nella scuola di Lioni, hanno trovato la stazione deserta e il binario senza quella carrozza che ogni mattina iniziava con loro la giornata.

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9.9.2012​​
Avellino, la città senza il treno. Dopo 130 anni chiude la stazione


Treno addio: signori, giù dalla carrozza La città senza treno contro la politica

Ultimo treno da Avellino, stazione chiusa


Rossella Fierro (Il Mattino)

 

AVELLINO - Porte chiuse e avvisi ai viaggiatori su cambi di orari, sospensione delle corse e sostituzione dei treni con autobus. Avellino ieri si è risvegliata senza la sua stazione e nel quartiere dove 133 anni fa fu inaugurata la ferrovia, più che incredulità si registra disillusione. Dilsillusione nei confronti della politica, in particolare verso i consiglieri regionali irpini e il vicepresidente Giuseppe De Mita.

«La gente pensa che i politici non lavorino mai e invece per consumare capolavori del genere si riuniscono addirittura ad agosto» ironizza Raffaele, muratore in pensione che, seduto sulla panchina antistante l’edificio, osserva le persone che si avvicinano alle porte vetrate chiuse per leggere gli avvisi.

Il riferimento è al 9 agosto scorso, giorno in cui la giunta di Palazzo Santa Lucia si è riunita deliberando ulteriori tagli ai trasporti in Irpinia e la chiusura della stazione centrale. All’interno tutte le attività sono chiuse, alcune da anni come il bar, la tabaccheria, l’edicola. Chiusi anche i luoghi di servizio ai pendolari, come la sala d’attesa, la cappella, i bagni.

Unica eccezione il barbiere Armando. Lui, per il momento, resiste con i suoi clienti anche di domenica mattina. Per il resto a far da cornice ci sono i cinque binari morti, i giardinetti incolti e abbandonati, con le erbacce che salgono fin sulla lapide dedicata dai ferrovieri a Angelo Michele Ciampi, un loro collega deceduto sul lavoro nel ’94 e la vasca che un tempo ospitava pesci rossi e giochi d’acqua e che oggi si presenta sporca e piena di rifiuti.

«In campagna elettorale tutti i politici – dice Gaspare, ex gestore del bar - di centrodestra e centrosinistra si riempiono la bocca di buoni propositi, parlano di potenziamento dei trasporti e poi dalla sera alla mattina chiudono la ferrovia. Ce ne ricorderemo quando verranno qui a chiederci nuovamente voti».

Un cliente del barbiere racconta: «Non più di sette mesi fa qui sono stati fatti lavori di ammodernamento, dai cartelli di segnaletica, nuovi alla linea di interscambio elettrico, a quella telefonica. Soldi buttati. Oggi la stazione chiude ma sono anni che abbiamo assistito ad un lento declino del trasporto su ferro. Si preferisce potenziare quello su gomma, a scapito di ambiente e servizi».

 

 

Certo col tempo le tratte sono state depotenziate, ma sono comunque numerosi gli utenti che tutti i giorni, in particolare studenti e lavoratori, prendevano il treno per Benevento e che da oggi invece dovranno salire su un pullman oppure optare per altre soluzioni. Per gli abitanti di Borgo Ferrovia poi la stazione rappresentava, soprattutto per i più anziani, il fulcro della vita sociale, un luogo dove passare il tempo, nonché un’ancora di salvezza per le attività esterne soprattutto in un momento di crisi forte come quello attuale.

L’indignazione la si raccoglie anche sui social network. Sulla bacheca facebook di Pietro Mitrione, animatore dell’associazione In Loco Motivi, divenuta una sorta di quartier generale virtuale, i commenti sono tanti. C’è chi suggerisce di ribattezzare il quartiere in «Borgo Ferrovia...chiusa», chi ha pubblicato il video dell’ultimo treno in transito alla stazione, quello di sabato 8 settembre alle ore 21.25 e chi invoca uno sciopero generale dell’Irpinia contro la Regione e in particolare contro l’assessore Sergio Vetrella.

C’è anche chi ancora spera che dal consiglio regionale in programma domani a Benevento, qualcuno, magari i consiglieri irpini, possa chiedere alla giunta un passo indietro.

 

 

 

«L'ultima fermata», Claudia Cardinale tra i luoghi e i sospiri della Puglia

Il film di Giambattista Assanti sulla linea ferroviaria che collegava Rocchetta Sant'Antonio con Avellino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BARI - La linea ferroviaria ormai dismessa che collegava Rocchetta Sant’Antonio, in Puglia, ad Avellino, in Campania, diventa un film. Si chiama L’ultima fermata e porta la fima di Giambattista Assanti (che ne cura sceneggiatura e regia), con protagonisti due miti del cinema europeo: Claudia Cardinale e Philippe Leroy. Il primo ciak è stato nella pugliese Rocchetta Sant’Antonio il 19 novembre scorso. Ma le riprese toccheranno anche Calitri, Lioni, Cairano, Morra de Sanctis, Lacedonia, Monteverde e i laghi di Monticchio, con una sequenza iniziale ad Avellino e Foggia. Ed è stato proprio nel capoluogo dauno che, il 18 novembre, è avvenuta la presentazione della pellicola con l’intervento di Claudia Cardinale, che nel film vestirà i panni di una sarta di Rocchetta.

 

Claudia Cardinale a Rocchetta Sant'Antonio

«Ho accettato questa parte perché mio padre era un ferroviere e, poi, mi piace aiutare i giovane registi, considerati gli scarsi finanziamenti che lo Stato dà ai film», ha detto in quell’occasione la diva italiana da anni trapiantata a Parigi. In realtà il film ha ottenuto diversi finanziamenti privati, a partire da quello di Pasta Granoro. L’azienda coratina sarà presente nel film con i prodotti della linea «Dedicato» (tra cui anche i legumi), deliziando il palato dei protagonisti del film e comparendo in alcune scene per promuovere la tradizione e i sapori pugliesi, celebri in tutto il mondo. Il film prodotto da Atlante Film di Alessandro Verdecchi e Tonino Zangardi sbarcherà nel maggio prossimo a Cannes, dove i due produttori hanno trionfato durante l’ultima edizione con Un’estate da giganti. Così che la pellicola per la Puglia e il Sud sarà, di fatto, una doppia promozione: per il territorio in senso stretto e per i suoi prodotti agroalimentari.

 

Il film racconta la storia di alcune generazioni, di uomini e di donne, le cui vite sono state scandite dai passaggi di una linea ferroviaria, presto entrata nel mito e nella leggenda del Sud. Al centro di tutto c’è un treno che, a partire dal secolo scorso, ha assistito come muto spettatore a partenze e arrivi, amori e abbandoni, gioie e dolori di intere famiglie. Le musiche sono composte e dirette da Nicola Piovani, premio Oscar per La Vita è bella di Roberto Benigni e autore di alcune delle più belle colonne sonore della storia del cinema mondiale. Accanto a Claudia Cardinale ci saranno anche altri attori italiani, come Giacomo Rizzo, Francesca Tasini e Sergio Assisi, quest’ultimo noto per la serie tv Capri e alla sua prima esperienza cinematografica. E ancora Nadia Kibout, Aylin Prandi, Ernesto Mahieux. L’uscita nelle sale è prevista dopo il Festival di Cannessdasd

 

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